CAMPEGGIO CONTRO IL TITANIO

6/7/8 agosto campeggio contro la miniera di titanio zona M. Beigua(sv)

nei prossimi giorni usciranno info sul campeggio , per rimanere aggiornati seguire il canale telegram DEL COLORE DELLA TERRA , per info sull’iniziativa contattare la mail  delcoloredellaterra@anche.no

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IN NOME DEL PROFITTO. MONTE BEIGUA COSA STA SUCCEDENDO? CI RACCONTANO I COMPAGN* DI SAVONA IN UNIVERSITA’ OCCUPATA A GENOVA

DIFENDIAMO IL BEIGUADALL’INDUSTRIA MINERARIA

L’area naturale del Monte Beigua (al centro della Liguria tra Genova e
Savona) è sotto attacco da parte di chi vorrebbe renderla una enorme
miniera.

La minaccia è dovuta dalla presenza di rutilo, un minerale da cui si
estrae il titanio,  metallo molto richiesto dalle industrie soprattutto
per batterie di computer, smartphone e pannelli solari, nel sottosuolo
del Monte Tarinè.

La regione a fine febbraio ha autorizzato una società privata (CET) a
iniziare i sondaggi alla ricerca del titanio nell’area protetta. Se da
questa fase si passasse a quella attuativa ciò significherebbe
devastazione, inquinamento e malattie. Sarebbe un altro esempio di
sottrazione di uno spazio naturale e bellissimo dall’uso pubblico per il
lucro di privati senza scrupolo.

Si tratta di un progetto che rientra nel modello dell’estrattivismo
ovvero l’accaparramento di risorse per mano di grandi interessi privati,
nazionali ed esteri, Stato e finanza nelle sue varie declinazioni. È la
più attuale tendenza del capitalismo che globalizza i suoi profitti
condannando gli umani insieme a tutto il vivente allo sconvolgimento e
alla miseria, portando con sé disgregazione delle comunità locali,
militarizzazione dei territori e repressione violenta di ogni forma di
opposizione.

Proteggere l’area naturale del Beigua è un’urgenza, solo la
determinazione degli individui e l’autorganizzazione può mantenere la
nostra terra viva e incontaminata dall’inquinamento e dall’avidità.
Salvando noi stessi da rinuncia e passività.

Ne parliamo :

GIOVEDÌ 13 MAGGIO H 18.00

Presso Università Occupata

Corso Andrea Podestà 2 – Genova-

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Manifesto iniziativa Libera Collina

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manifesto Imbricchiamoci ’18

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Manifesto due giorni sull’Alta Via

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Manifesto campeggio agosto ’21

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Manifesto iniziativa Universita Occupata

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Manifesto Imbricchiamoci ’17

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IMBRICCHIAMOCI 17

“Imbricchiamoci” è un’esperienza di consapevolezza e lotta vissuta tramite il cammino, l’auto-organizzazione e la convivialità nella natura, che per la sua 17esima edizione ha attraversato il Parco del Beigua in alcune delle sue aree più belle con fiumi, torbiere, stagni e paludi contornate da foreste e montagne splendide.
L’iniziativa svoltasi tra sabato 30 aprile e domenica 2 maggio è volutamente andata a toccare il territorio dove sta prendendo preoccupantemente forma il progetto di una miniera di titanio all’interno e a ridosso del Parco naturale.

È stata la prima iniziativa pubblica reale che a dispetto della diffusa tendenza a virtualizzare le relazioni, ha voluto entrare a contatto con i luoghi che sarebbero devastati nel caso in cui la miniera si realizzasse. Questo contatto è allo stesso tempo fisico perché riguarda il vivere sentieri e boschi che molti di noi frequentano e amano da anni e ideale perché riguarda la salda volontà di difendere la natura dalle speculazioni economiche che il lucro capitalista impone.

L’esperienza è stata partecipata da quasi una quarantina di persone che l’hanno resa autentica e ricca, condividendo conoscenze, fatica, organizzazione, cibo e risate. Ma anche idee e confronto su quello che sarà necessario fare per difendere il parco del Beigua dalla sua devastazione.

Abbiamo acceso la convivialità nonostante la pioggia battente e intensa, il vento e il freddo della notte: ritrovarsi intorno al tiglio secolare di Pianpaludo ha permesso a tutti di capire la bellezza del luogo e l’importanza di difenderlo, attraverso le sensazioni vissute tra il verde del prato e le fronde rigogliose. Sotto e intorno a quell’albero, sul monte Tariné a oltre 900 metri, gli speculatori senza scrupolo vorrebbero sconvolgere il bosco e rivoltare centinaia di miglia di tonnellate di terra, per estrarre un minerale che per loro vale oro ma per tutti noi (e siamo in molti…) significa devastazione e morte.

Siamo partiti, come annunciato. Il viaggio sarà lungo ma non ci spaventa.

Tiglio secolare sul monte Tariné

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IMBRICCHIAMOCI 17 INTERVISTA DI MALARADIO AD UN COMPAGNO DI FUORI CONTROLLO SAVONA

Intervista andata in onda su malaradio il 29/04/2021

due chiacchere sulla prossima edizione di imbricchiamoci e sulla miniera di Titanio nel parco del Beigua

malaradio.noblogs.org

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SAN DIDERO LAVORI COLLETTIVI AL NUOVO PRESIDIO

VENERDI 30 APRILE

Lavori collettivi al nuovo presidio a San Didero ( sul piazzale di fronte al nuovo cantiere)

ore 12 Pranzo condiviso a seguire, lavori sul terreno.( porta attrezzi e materiali)

ore 18 assemblea del nuovo presidio ex autoport

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IMBRICCHIAMOCI 17

                 

Dal 30 aprile al 2 maggio IMBRICCHIAMOCI!

Imbricchiamoci “ letteralmente significa “andare per i bricchi”, quindi
per colline e monti… Ma non è un passatempo o uno svago, piuttosto
esperienza, lotta, vita.

Edizione speciale:
La diciasettesima edizione si svolgerà all’ interno del parco del Beigua per esplorare le zone dove la CET in combutta con altri fanfaroni vorrebbero realizzare la miniera per l’estrazione del Titanio

C.E.T aka Combatti l’Estrazione del Titanio!
Lunga vita alle montagne!!

“Datemi per amici e vicini uomini selvaggi, non addomesticati. La
brutalità del selvaggio non è che un pallido fantasma della spaventosa
ferocia che spinge gli uomini civili e gli amanti l’uno contro l’altro”
(H.D. Thoreau)

Per avere informazioni su  appuntamento di incontro e suu come si svolgeranno i tre giorni scrivere alla mail fuoricontrollo@inventati.org

Aggiornamenti sul canale Telegram Del colore della terra

SOLIDARIETÀ A QUELLI CHE SI RIBELLANO. OVUNQUE!

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VALSUSA. LA DANZA DEI LACRIMOGENI E DEI MANGANELLI

Ad ora più persone continuano a resistere sul tetto del presidio di San Didero e nonostante la massiccia presenza di polizia e il continuo lavorare degli operai  nella notte due compagne sono riuscite in barba alla sbirraglia a raggiungere il tetto del presidio con rifornimenti e per dar il cambio ad altri due compani scesci la sera prima!

Riportiamo un resoconto di quanto accaduto negli ultime giorni tratto dal blog Anarres il pianeta delle utopie concrete

https://www.anarresinfo.org/

Lo sgombero del presidio di San Didero, attuato di notte con enorme dispiegamento di forze, non ha nulla a che fare con l’apertura di un banale cantiere per la realizzazione di un’area di sosta sull’autostrada.
La partita che si gioca qui, come già a Chiomonte, è quella tra lo Stato e una popolazione indisponibile a piegarsi all’imposizione di un’opera utile solo a garantire lauti guadagni alla lobby del cemento e del tondino e ai suoi padrini politici.
Una montagna di soldi pubblici, ora nuovamente disponibili grazie al recovery fund, sono la torta da spartire per fini privatissimi.
Dopo un anno di pandemia, dopo vent’anni di tagli alla sanità, con 500 morti al giorno di covid e tanti altri che muoiono e moriranno per mancanza di prevenzione e cure, il governo continua a devastare e depredare un paese estenuato dalla cementificazione, ridotto alla fame dall’intersecarsi della crisi pandemica con le accelerazioni dell’economia 4.0.
La partita che si gioca in un paesino di montagna, dove diossina ed altri veleni hanno già contaminato la terra grazie ad un’acciaieria che solo la crisi ha chiuso pochi anni fa, va al di là di un parcheggio per i tir.
Il nuovo autoporto costerà più soldi per la recinzione e la continua sorveglianza armata che per la realizzazione dell’infrastruttura autostradale.
Lo Stato deve spezzare le ossa al movimento che quasi 16 anni fa dimostrò che insorgere e vincere era possibile. Questa volta siamo in bassa valle, lungo una strada statale, sotto gli occhi di tutti.
Per questa ragione la carta che stanno giocando è quella della violenza e dell’occupazione militare. Provano a far paura, per evitare che la resistenza cresca e si generalizzi.
A quattro giorni dall’invasione militare un gruppetto di No Tav è ancora sul tetto del presidio, circondato dalla polizia.
Il giorno dello sgombero, martedì 13 aprile, un corteo partito dal centro di San Didero, appena arrivato sulla statale 25 è stato bloccato da un ingente schieramento di polizia.
Subito è partita la danza dei manganelli, dei gas e degli idranti.
I No Tav sono stati gasati più e più volte, provando a resistere come possibile. Per sfuggire ai lacrimogeni tanti si sono dispersi per i prati, cercando di aggirare il blocco di polizia, che ha continuato a sparare gas in ogni direzione. Il vento teso della Val Susa per fortuna soffiava forte in direzione delle truppe dello Stato.
I No Tav sono finiti sui binari della ferrovia, i treni si sono fermati a lungo.
Dopo quasi tre ore i No Tav hanno dovuto indietreggiare sino all’imbocco del paese, dove la polizia ha sparato lacrimogeni sin dentro i cortili delle prime case. Poco prima del centro storico una barricata ha chiuso la via. Solo a questo punto le truppe dello Stato hanno desistito.
Il giorno successivo i No Tav sono tornati in strada, provando ad aggirare per i prati i blocchi sulla statale. C’è stata nuovamente un’invasione dei binari della ferrovia. Ad un certo punto anche la polizia si è piazzata sulla ferrovia. I No Tav sono poi riusciti a raggiungere il piazzale di fronte all’area militarizzata.

Giovedì il coordinamento comitati, riunito a San Didero, ha lanciato tre giorni di campeggio No Tav, che sorgerà in un’area messa a disposizione dal comune, nei pressi del cimitero.
Saranno tre giorni di lotta contro l’occupazione militare.
Il programma di sabato è molto denso. Nelle prime ore del mattino i lavoratori del mercatino, come ogni sabato, proveranno a montare i loro banchi nel piazzale del Baraccone, che, sebbene non sia nell’area del cantiere, è stato occupato dalle camionette della polizia.
Alle 15 sindaci e tecnici faranno una sorta di consiglio comunale aperto in strada.
Nella seconda parte del pomeriggio, intorno alle 17, ci sarà un corteo.
Da un anno il governo ha vietato i cortei. Le misure di contenimento della diffusione del virus sono state usate per limitare le nostre già esili libertà.
Siamo di fronte ad un paradosso: chi lavora è obbligato a stare in ambienti chiusi, senza reali protezioni, ed è costretto a salire su pullman sovraffollati, perché la produzione e circolazione delle merci deve essere garantita ad ogni costo.
Chi invece manifesta in strada è considerato un untore.
Quest’anno di pandemia ha acceso una vivida luce sulla violenza insita in un sistema politico e sociale la cui unica logica è quella del profitto. Le vite dei poveri sono inessenziali, quindi sacrificabili.
É tempo di riprendersi le strade. In Val Susa e in ogni dove.

Ci vediamo sabato 17 a San Didero.

Aggiornamento al 16 aprile. Nella notte, in barba all’imponente dispositivo poliziesco, due compagne hanno raggiunto il presidio della casetta sul tetto con viveri e cambi d’abito, dando il cambio ad altri due che erano scesi la sera precedente. In mattinata la polizia ha replicato tagliando gli alberi intorno al presidio, per fare terra bruciata intorno.

 

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LA ZAD DE LA COLLINE SI OPPONE AL CEMENTO E RISCHIA LO SGOMBERO

DIRETTA RADIO CON UNA COMPAGNA DI LOSANNA CHE PARLA DELLA SITUAZIONE DELLA ZAD DE LA COLLINE NATA IN SVIZZERA NELL’OTTOBRE 2020 SULLE COLLINE A NORD DI LOSANNA PER OPPORSI ALLA DEVASTAZIONE DEL TERRITORIO AD OPERA DELLA MULTINAZIONALE DEL CEMENTO HOLCIM

tratto dalla trasmissione LIBERETION FRONT in onda su RADIO BLACKOUT

ZAD è un neologismo, Zone A Dèfendre, nato in Francia per riferirsi alle occupazioni di territori nate per opporsi ad un progetto di devastazione

La ZAD de la Colline si oppone al cemento e rischia lo sgombero

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CAMPEGGIO RESISTENTE NO TAV

Lunedi 12 aprile intorno all una di notte 1000  cellerini  hanno attaccato, tentando di sgomberare il presidio NOTAV  di San Didero posto sull’ area dove dovrebbe nascere il nuovo autoporto che sostituirà quello già esistente. Ci sono stati violenti scontri fin all’interno del paese di San Didero e 5 persone sin da subito sono salite sul tetto del presidio resistendo fino ad oggi, ad ora sono ancora sul tetto!

Da venerdi 16 aprile inizierà un campeggio resistente

Venerdì 16, sabato 17 e domenica 18, per continuare la mobilitazione permanente in difesa dei terreni di San Didero su cui sorge il presidio ex-autoporto, e per ostacolare i lavori del nuovo ecomostro di cemento, invitiamo tutti e tutte a raggiungerci per un campeggio resistente!

I terreni che ci ospiteranno sono a San Didero nella zona dell’acciaieria, pertanto invitiamo tutte e tutti a portarsi il necessario per campeggiare.

Sarà un momento necessario per confrontarsi, organizzarsi e rispondere in maniera collettiva a quest’ennesimo tentativo di devastazione ambientale e di militarizzazione.

Avanti No Tav!

(Ricordiamo che il venerdì dalle ore 18 si terrà la consuete assemblea del presidio ex-autoporto, che è comunicata ai CC come manifestazione statica e dunque raggiungibile dalle 16 alle 20 in sicurezza anche da altre regioni).

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